Facebook, l'Ota non dichiarata

“Non vogliamo essere un intermediario tra le aziende e i clienti”. A smentire l’idea che Facebook possa diventare un vero attore dell’industria dei viaggi è Facebook stesso, nella persona del suo vice president global business, Sarah Personette. Ma agli occhi dei più attenti sembra esserci qualcosa che non torna.

Dal palco dello Skift Global Forum, Personette ha dichiarato che l’apertura alla vendita di biglietti aerei via Facebook Messenger non è un tentativo di porsi come un’agenzia online o una piattaforma di vendita viaggi, come può apparire: “Continuiamo a investire sulle Page e su funzionalità che permettano di prenotare istantaneamente, acquistare istantaneamente”, ha spiegato, per garantire al social di “non portare l’utente ad allontanarsi dalla piattaforma”.

Non un'Ota, un'estensione
Secondo Personette, l’intento è semplicemente quello di “aiutare le aziende ad estendere i propri canali”, con l’aiuto di Messenger appunto, o di funzionalità come Dynamic Ads for Travel, che consentono ai brand di mostrare agli utenti immagini e foto della destinazione e offerte personalizzate sulla base delle loro preferenze. “Vogliamo aiutare le aziende a connettersi con i consumatori nel modo più corretto, per arrivare a una conversione. L'intenzione è quella di fare in modo che il collegamento tra le persone e le imprese sia privo di attriti e più efficace possibile". Eppure, i crismi di un’operazione di intermediazione ci sono tutti…

Personette non si sbilancia, ma afferma che Facebook, anche tramite Messenger, può consentire ai brand come Marriott di aumentare le vendite soprattutto via mobile, se questi non possiedono un’app che permetta il booking. Ma “se per esempio Marriott Hotel possiede un’applicazione efficace, più utile di Facebook può scegliere di proseguire per quella strada”.

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